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L'opera, inquadrata in quell'ambito di ricerca ormai comunemente individuato come "biodiritto", si occupa in particolare della terapia genica, più specificamente nella sua versione germinale, indagando sulle ricadute che l'uso di tali tecniche può implicare per il sistema giuridico, il quale ha dovuto - come spesso accade - cercare di offrire una disciplina il più possibile coerente a un fenomeno del tutto nuovo, pur facendo spesso riferimento a istituti e principi sorti per regolamentare fattispecie affatto differenti. Nella ricostruzione delle fonti giuridiche esistenti e delle prime policies in materia, l'autore non si è potuto esimere da un'analisi della giurisprudenza e dell'evoluzione anche semantica dei concetti, nonché degli eventuali paradossi argomentativi, dedicando poi un ultimo capitolo alla riflessione etica e sociologica, indispensabile per indagare sui valori e gli interessi in gioco. L'opera, dunque, oltre a mettere in luce le contraddizioni dell'attuale stato normativo, si propone come un riferimento, sia teorico che pratico, per legislatori, policy makers e operatori del diritto. Prefazione di Luigi Pannarale.